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(Dal sito VolontariatOggi.info - Articolo di
Michele Barghini)
Non le manda certo a dire il Capo dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli, a un Parlamento che in settimana si appresta a suo dire a rendere la Protezione civile italiana la “ex protezione civile migliore del mondo”. Dopo un sentito tributo al presidente del Centro Nazionale per il Volontariato e padre della protezione civile moderna, Giuseppe Zamberletti, Gabrielli ha preso la parola per esprimersi senza mezzi termini. “Sono Franco di nome e di fatto”, ha detto. “Il Milleproroghe, nel più assoluto silenzio, ha messo mano alla legge 225/92 con riforme che, così come sono, affonderanno la Protezione civile come il Titanic”.
Se passasse il maxiemendamento come è stato concepito, secondo il Capo Dipartimento, il sistema di intervento sarebbe condizionato al parere del Ministero dell’Economia chiamato ad esprimere un parere su ogni singola ordinanza del Dipartimento di Protezione Civile.
“È vero che si deve tornare a mettere ordine, specie dopo aver usato le ordinanze per scopi non proprima si lasci il core business; ho detto che per funzionare, l’attivazione della Protezione civile necessita una tempistica non maggiore di 36 ore. Mi hanno risposto che una catastrofe di venerdì avrebbe portato le 36 ore nella domenica, a uffici chiusi”. – ha ammesso Gabrielli.
Però, osserva l’ex prefetto, “non si tocca l’articolo 5 bis comma 5 della legge 401 del 2001 che estende la possibilità di utilizzare le ordinanze di protezione protezione civile ai grandi eventi. Prossimamente, dunque, avremo un Presidente del Consiglio con la responsabilità di tutti gli interventi ma senza il potere di intervenire, lasciato in mano a burocrati che nulla hanno a che spartire con un mondo di cui non si sono mai occupati”.
“La ripartizione delle risorse avviene ormai a livello politico e non più tecnico”, aggiunge. L’ultima speranza è la lettura finale del decreto alla Camera. “Perciò mi sono limitato a fare il mio dovere: scrivere a chi di dovere per impedire tutto questo. Non solo il Ministero dell’eceonomia avrà accesso anche ai fondi regionali, con buona pace del federalismo, ma gli atti di tutti i commissari dovranno ricevere il visto preventivo della Corte dei conti, cui si danno 37 giorni per dare il suddetto parere. Immaginate, con gli oltre 70 stati emergenziali attuali e il sovraccarico della Corte, cosa questo voglia dire…”.
Gabrielli ha poi invitato tutti a una riflessione. “Aspetteremo la prossima catastrofe per assistere a un nuovo decreto che ridia alla protezione civile quei poteri che ora ci tolgono”, dice il Capo dipartimento. “E in questo modo l’Italia rincorrerà sempre l’emergenza. Allora ha ancora senso parlare di volontariato se viene scardinato uno dei sistemi principali della tenuta del Paese?”.
Dopo la durissima requisitoria, Gabrielli è passato a parlare di volontari. Sono in fase di preparazione gli “stati generali” del volontariato, un mondo “molto cambiato – dice – che necessita di una riflessione sulla rappresentanza e la capacità di interloquire con le istituzioni”.
La settimana del volontariato di protezione civile, in programma dall’8 al 13 luglio, precederà la tavola rotonda di autunno che dovrà giungere a delle conclusioni condivise. “Se chiedessimo cos’è la protezione civile, ci sentiremmo rispondere il Dipartimento e il volontariato. Dove sono le rappresentanze intermedie? I sindaci hanno carichi importanti in questo senso, ma raramente ne sono consapevoli”, prosegue Gabrielli. “È dal volontariato organizzato e governato che devono nascere questi corpi intermedi. La sfida è l’aumento di consapevolezza del volontariato di Protezione civile nella prevenzione e nel monitoraggio; un volontariato ormai maturo, che organizzato e diretto, ammesso che gli sia concesso di farlo, visto come stanno andando le cose, potrà portare un grande apporto in questo senso”.
La legge sulla protezione civile è stata uno dei grandi momenti normativi. “Ma è solo tutti insieme che riusciremo a rendere il volontariato di Protezione civile un modello anche per gli altri paesi”.
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